Sono intorno a noi, in mezzo a noi,
sono le campagne sul 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, quelle che ci invitano a denunciare prima che sia troppo tardi.
Ma li conosciamo, noi in quanto società, i segnali che ci dovrebbero allarmare?
Su suggerimento di Isotta Dell’Orto, ho chiesto via Instagram Stories:
“Qual è stata la prima red flag di una tua relazione tossica?”
Le risposte arrivate si dividono principalmente in 3 grandi gruppi, di cui vado a riportare alcuni esempi:
1 - CONTROLLO SULLA PERSONA PER ASSOGGETTARLA
“Quando mi telefonava mi chiedeva di fare l’appello dei presenti.”
“Controllo di come mi vestivo in sua assenza. Avevo 16 anni.”
“Ogni volta che uscivo per conto mio (sia con amici che con la mia famiglia) mi chiamava in maniera costante (anche ogni 10 minuti) e cercava mille scuse per litigare, per farmi passare una brutta giornata e la voglia di uscire.”
2 - UMILIAZIONE DELLA PERSONA PER ANNULLARNE L’AUTOSTIMA
“Mi diceva spesso, in tono scherzoso-ma-non-troppo, che ero grassa e sgraziata”
“Mi umiliava e sminuiva davanti ai miei amici. Cose che faceva passare per battute innocue.”
“Racconta a un suo amico un nostro rapporto e quello mi dice pure: un giorno lo fai anche con me. È sempre il modo, il livello di dettagli e perché lo fai. Perché non è solo dire al/la tuo/a migliore amico/a quanto è stato bello o meno, sono proprio i dettagli, le parole! E chiaramente in questo caso il racconto aveva uno scopo così diverso dal confidarsi che hai dato la libertà all’altro di proporsi, anzi direi più di oggettivizzarmi e sessualizzarmi. Ma ero piccola e non sapevo esprimere questi concetti o la rabbia che esprimerei oggi!”
3 - RICATTO EMOTIVO PER TRATTENERE LA PERSONA
“Al termine della prima uscita piange per paura di non rivedermi: era narcisista manipolatore”
“Mi diceva che gli mancavo subito dopo esserci salutati… La prima di una serie che finisce con minaccia di suicidio.”
“Minaccia di suicidarsi a miei segni di allontanamento e compie atti di autolesionismo (tagli alle braccia).”
Giusto dire: denuncia prima che sia troppo tardi.
Ma noi, in quanto società, siamo davvero in grado di coglierne il pericolo o li scambieremmo per segnali d’amore?
E se provassimo a parlare anche alla controparte?
Se temi costantemente che possa lasciarti
Se credi che l’unico modo per stare insieme sia essere sempre insieme
Se ti arrabbi per un complimento che riceve
Se provi un senso di ingiustizia in un suo traguardo raggiunto
Se interpreti il suo abbigliamento come un guanto di sfida nei tuoi confronti
Se pensi che l’altra persona sia la tua unica ragione di vita
fatti aiutare prima che sia troppo tardi. Per entrambi.
“Giulia, oh mia cara
Ti prego, salvami tu
Tu che sei l'unica, mio amore
Non lasciarmi da solo in questa notte gelida, per favore
Non vedi dentro i miei occhi la tristezza che mi fulmina
Non scherzare, sto in mare aperto e mi perdo e tu sei la mia ancora
Ti prego, sali in macchina
Come faccio a respirare
Cosa faccio di me, senza te?
Giulia, oh mia cara
Non riesco a mangiare
Non dormo ormai da un secolo, non mi credi
Senti la mia voce, è con questa che ti supplico
Tu che sei il mio angelo
Non lasciarmi in mano agli avvoltoi
Fai quel che vuoi, ma dammi il tuo amore
Ho soltanto un cuore e te lo do
Non dirmi no o mi sparerò, oh oh
Ho una vita sola, prendila
Buttala via in un fosso o dove vuoi
In ginocchio, mia divina, mi vedrai
Di amarti non mi stancherò mai.”
Potrebbero sembrare i messaggi di Turetta a Cecchettin.
Invece è il testo di una canzone che le persone della mia generazione canticchiavano con spensieratezza in adolescenza, pensando fosse un brano d’amore.
LESSICO FAMIGLIARE
Da “eh?” a “ah!”
RED FLAG = letteralmente “bandiera rossa”, è un segnale rivelatore della potenziale problematicità del comportamento di una persona, di una situazione o di un ambiente (come quello lavorativo).
Grazie a Debora Moretti ho scoperto questo post di Factanza in cui si paventa un abuso del termine, diventato ormai trend e usato con estrema leggerezza.
All’opposto delle red flag ci sono le green flag, indicatori di relazioni sane, eque e rispettose.
Le segnalazioni di questa settimana:
Women’s Aid ha realizzato una campagna su “L’emergenza ignorata”. Preferisco mostrarvi il soggetto meno “forte”.
Traduzione:
“Il fumo è il killer silenzioso, quindi stai in basso, copri il viso, premi il pulsante, non farti prendere dal panico e, se dovesse succedere il peggio, ricorda che i soccorsi sono in arrivo.
Ma se sei una donna, hai più del doppio delle probabilità di essere uccisa dal tuo partner che dal fumo o dal gas.
La violenza domestica è l'emergenza che stiamo ignorando.
Aiutaci a salvare vite.”
L’altro soggetto mostra una donna vittima di un incidente stradale. Se te la senti, puoi vederlo cliccando qui.
Il dizionario dell’Académie française presentato la scorsa settimana al Presidente Emmanuel Macron non contiene la parola féminicide, “femminicidio”.
Come inoltre ricorda quest’articolo del Post, “delle 743 persone che sono state membri dell’Académie dalla sua fondazione, solo 11 sono state donne: la prima, la scrittrice Marguerite Yourcenar, venne eletta nel 1980. Da tempo l’Académie si oppone alla trasformazione della lingua francese in senso più inclusivo”.
Quasi certamente l’avrai già visto, ma ringrazio Davide Valenti per avermi ricordato di non dare nulla per scontato. All’interno del programma di Graham Norton, un gruppo di attori ironizza su una mossa imparata sul set che prevede l’uso del cellulare come mezzo di difesa. Risate dei colleghi, “chi mai farebbe questo?”.
"È quello a cui le ragazze devono pensare continuamente. Dico bene, signore?" ricorda l’attrice Saoirse Ronan. Cala il silenzio.
“Insegnerò ai miei ragazzi a essere uomini pericolosi
a raccogliere fiori bianchi per tutti i loro amici
e a pensare alla pazienza quando immaginano la forza.
(…)
Insegnerò ai miei ragazzi a essere uomini pericolosi
in un mondo dove il pericolo è semplicemente la norma
e la cosa pericolosa è non conformarsi.”
Grazie a Isotta dell’Orto per la segnalazione.
Se regaliamo fiori per esprimere gratitudine e affetto, perché non li doniamo anche agli uomini? White Ribbon, movimento di uomini contro la violenza sulle donne, se lo è chiesto.
Carlo Conti, prossimo conduttore di Sanremo, ci senti?
Il brand di abbigliamento sportivo JD ha realizzato uno spot di Natale non convenzionale, scegliendo famiglie sottorappresentate in pubblicità, soprattutto quando si parla di questa festività.
A proposito di rappresentazioni più ampie: l’agenzia Comunicattive ha pubblicato Fotonica, la banca immagini senza stereotipi e aperta alla collaborazione di artiste, artisti, fotografe e fotografi.
Ti saluto,
se hai piacere di ascoltare la puntata del podcast “Futuri diversi” di Fastweb, a cui ho partecipato per parlare di genere, ne sarò felice.
Se il 22 novembre alle 17 potrai collegarti al talk online organizzato da Amapola per l’Eredità delle Donne OFF, te ne sarò grata.
Se vuoi continuare solo a leggere la newsletter, Sarò Brevi.
Mi sono emozionata nel vedere i video. Non mi ricordo quando ma, ad un certo punto, ho iniziato ad ascoltare i testi delle canzoni della mia infanzia, dei viaggi in macchina: Battisti, Mina, Cocciante e mi sono resa conto di quante canzoni contenessero messaggi preoccupanti. E alcune di queste canzoni, non le riesco più ad ascoltare. Ho provato ad ascoltare anche, qualche brano di trap e mi sono spaventata! Sono solo canzonette??
Pazzesco il testo della canzone di Gianni Togni. È un preludio, oppure un subdolo modo per tenerci nella rete, persino felici di essere l’oggetto d’amore altrui.