Quando lanci un sondaggio sulle diverse forme di violenza e discriminazione di genere nel mondo del lavoro, è molto facile ubriacarsi di dati.
E per la Survey L.E.I. (Lavoro, Equità, Inclusione) ne avevamo davvero tanti. Su quale puntare per sollecitare una minima reazione, anche nei contesti lavorativi più restii all’ascolto?
Purtroppo parlare di “molestie” ha una grande controindicazione: suonano ai più come concetti astratti, perché non ci è stato insegnato cosa sono e non ne riconosciamo il perimetro.
Se dico invece “contatto fisico indesiderato”, ecco che la molestia si fa più tangibile, anche se troverai sempre chi è disposto a derubricarla in “goliardata”.
Ricordi cos’era successo alla giornalista Greta Beccaglia, in servizio fuori dallo stadio per Toscana TV?
Così abbiamo deciso di focalizzarci su quel 40% di donne che ha dichiarato di aver subito contatti fisici indesiderati sul posto di lavoro e abbiamo chiamato l’eBook “Ti tocca”, perché ora che conosci questo dato, ti tocca prenderne la responsabilità.
Anche se non hai mai subito quella violenza.
Anche se non l’hai mai esercitata.
Ora, in qualche modo, ne sei testimone.
Altri dati che meritano una riflessione:
Quasi una donna su due modifica il proprio abbigliamento per non incorrere in commenti o attenzioni indesiderate sul proprio corpo. Questo comportamento è più frequente tra le lavoratrici più giovani e quelle che non sono in una relazione stabile.
Le imprenditrici hanno più probabilità di ricevere avances esplicite, ricatti sessuali, email o immagini con contenuti osceni. Si tratta di una questione di maggior consapevolezza delle dirette interessate o un tentativo di “rimetterle al loro posto di donna”, dato che ricoprono un ruolo tradizionalmente maschile? Non esiste una risposta certa a questa domanda.
Anno domini 2024 e quasi una su due sente ancora dire nel suo ambiente lavorativo che le donne sono meno competenti degli uomini. Il settore dove capita più spesso? Quello della comunicazione/del marketing/della pubblicità.
Se vuoi leggere gli altri dati emersi, qui il link per scaricare l’eBook.
MO’ ME LO SEGNO
La rubrica in cui iniziamo a contare
Quante erano le donne speaker invitate all’Italian Excellence Tour 2024 di Forbes, che si è svolto proprio l’8 marzo?
0 su 22.
Auguri eh.
Le segnalazioni di questa settimana:
Le bambine dai 5 ai 12 anni avvertono una crescente pressione a essere perfette, rileva uno studio che Lego ha condotto in 36 Paesi.
Questa ricerca della perfezione senza errori, però, ne può soffocare la creatività.
Così lo storico marchio di mattoncini colorati ha realizzato la campagna “More than perfect”, una riflessione indirizzata a noi persone adulte sul linguaggio che usiamo nei riguardi delle bambine.
“La società è più propensa ad attribuire alle bambine termini come carina, tenera e perfetta, mentre parole come cool, geniale e innovativo vengono attribuite ai lavori realizzati da bambini il doppio delle volte.”
Dal video “Play Unstoppable”
Quasi una ragazza su due tra i 10 e i 17 anni pensa di dover prestare maggior attenzione all’aspetto con il progredire dell’età, mentre già una su 3 prevede che potrebbe sottoporsi a interventi di chirurgia estetica/plastica con il passare del tempo.
Per proteggere le giovani donne dalle preoccupazioni su rughe e cambiamento del corpo, Dove ha coinvolto creator e personaggi dello star system come Drew Barrymore nella campagna #TheFaceof10 su TikTok.
Io resto sempre più convinta del fatto che dovremmo passare da un linguaggio “anti-aging” a uno “pro-aging”.
In Italia su 10 donne che dichiarano di essere vittime di violenza, 9 sono quelle che subiscono anche violenza psicologica. Una forma subdola, che si intreccia col nostro quotidiano e che pertanto normalizziamo.
ActionAid e Amazon hanno unito le forze per sensibilizzare sulla questione, usando strategicamente Alexa. Tra le milioni di richieste che l’assistente vocale riceve, non mancano infatti le offese, ma d’ora in poi riceveranno una risposta a tono:
“Di fronte agli insulti, lo stato emotivo virtuale di Alexa non cambia, ma per milioni di persone, tra queste soprattutto donne, l’abuso verbale è una realtà molto dolorosa. L’abuso, infatti, può prendere forma anche attraverso le parole: l’uso di un linguaggio aggressivo è a tutti gli effetti una forma di violenza che può provocare sentimenti di paura, disagio e sfiducia in sé. Non solo, spesso precede o coesiste con altre forme di violenza verso le donne, come quella fisica, sessuale o economica.”
In Brasile, nel videogioco GTA RP è stata aggiunta la possibilità di denunciare alla stazione di polizia le molestie o aggressioni di genere nei confronti delle gamer - che nel Paese rappresentano il 51,1% delle persone che giocano, giusto per sfatare qualche stereotipo.
Anche se l’edificio è virtuale, gli screenshot e le testimonianze raccolte daranno vita a un’indagine reale.
Girando per Milano, mi sono imbattuta in quest’affissione di Caddy’s.
Grazie alla mia amica Viola Dressino, invece, mi sono imbattuta in questo spot di una macchina senza frecce, senza tergicristalli, senza riscaldamento, senza GPS, né specchietti retrovisori.
Perché è come sarebbe l’auto, senza le invenzioni delle donne.
Il video non è nuovissimo - per la precisione, è di 6 anni fa - ma un ripasso non fa mai male.
La newsletter finisce qui,
per chi è a Milano, il 12 marzo alle 19 sarò all’Arcibellezza insieme alla giornalista Valeria Russo e alla docente universitaria Barbara Biscotti per “Quelle che se la cercano", un talk che è anche reading che è anche performance canora (non mia, per fortuna).
Fai Arcibelle cose,
Flavia
sempre super super super preziosa la tua Newsletter!!