“Solo da incinta mi sono resa conto che su alcuni tram i posti riservati alle donne in gravidanza sono collocati più in basso rispetto agli altri. Questo significa sentire maggiormente certi scossoni del mezzo a contatto con la strada. Insomma, erano i posti peggiori per una persona nelle mie condizioni.”
Con queste parole Marilena Hyeraci, avvocata e founder di Women Affinity Network, mi ha portata a chiedermi: quante cose sto sbagliando perché non le sto mettendo in dubbio?
Se provo a cercare su Google Immagini “donna” e “uomo”, i primi risultati mi danno volti bianchi con tratti somatici occidentali.
Eppure, leggendo la notizia che abbiamo raggiunto gli 8 miliardi di persone nel mondo, scopro che i Paesi più popolosi sono Cina e India.
“Dobbiamo capire l’obiettivo con cui vogliamo usare gli strumenti tecnologici, se è per confermare i nostri bias o per allenare il nostro spirito critico. Servirebbe un motore di ricerca che mostri, oltre al risultato prevedibile, quello che non ti aspetti.”
ha detto Piero Poccianti, Membro del Direttivo dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale durante un tavolo che ho avuto l’onore di moderare su AI e diversity.
Esempi di cose che diamo per scontate e che non lo sono ce ne sarebbero per 20 newsletter, che sarebbero tutto fuorché brevi, quindi meglio se rimando all’enorme lavoro che fa Donata Columbro per ricordarci che i dati su cui spesso fondiamo i nostri ragionamenti non sono mai neutri, perché chi ha scelto quali prendere in considerazione e quali ignorare non era neutrale; era una persona.
Nella scorsa newsletter parlavo della necessità di chiamarla “violenza maschile contro le donne”, per responsabilizzare anche la parte agente. Alice Orrù ha rilanciato, nei commenti, con un’idea migliore:
“Leggendoti ho subito pensato a quanto è forte l'espressione spagnola che ormai si usa comunemente per parlare di violenza di genere: "violencia machista". Sintetica, potente, precisa: io la trovo molto efficace per inquadrare il problema nel suo enorme ventaglio di sfumature, ma in cui la parte agente è inequivocabile.”
In effetti “violenza machista” renderebbe bene anche in italiano.
Davide, aka Brutsalvadi, mi ha raccontato che in Catalogna non è raro imbattersi in cartelli che recitano: QUESTO PAESE CONDANNA LA VIOLENZA MACHISTA.
“Se ogni volta che entri ed esci dal tuo paese lo leggi… Magari corri anche il rischio di pensarci un attimo.”
Segnalazioni per allenare lo spirito critico:
“Da quando è diretta da Massimo Giannini, la Stampa è diventata il quotidiano che ospita il maggior numero di autrici sulla sua prima pagina, evidentemente una scelta. Questa settimana, per esempio, gli articoli firmati da donne sono stati la maggioranza sulla prima pagina giovedì, venerdì e sabato, e quasi in numero uguale a quelli firmati da uomini negli altri giorni: è una cosa che non avviene in questa misura su nessun altro dei quotidiani maggiori”. Lo scrive Il Post nella newsletter “Charlie”.
La NASA ha raccolto 116 immagini per presentare la Terra agli alieni e sì, sono davvero poche per mostrare la complessità umana. Ovvio che nella cernita c’è finito dentro qualche bias.
Prima di gridare al genio, assicuratevi che la pubblicità sia coerente con ciò che l’azienda fa. Ovvero: il caso Brewdog per i Mondiali di Calcio in Qatar, spiegato da Ella Marciello.
Tre anni fa avevo chiesto alle (poche) persone che mi seguivano sui social i loro 3 scrittori preferiti. Dei 21 uomini che hanno risposto, solo 5 hanno menzionato una scrittrice, mentre più della metà delle 32 donne ha fatto il nome di un’autrice. Sarà che ho posto la domanda al maschile sovraesteso, sarà che insegniamo che le storie scritte o agite da donne non sono universali o sarà la mia bolla?
Giovedì mi collegherò con studentesse e studenti del master in digital marketing di Talent Garden Innovation School per rispondere alla domanda: è vero che il corpo delle donne fa vendere di più?
Sapere cosa risponderesti tu potrebbe essermi d’aiuto.
Grazie in anticipo
e a settimana prossima.
Flavia
Grazie della citazione Flavia 🙏🏼 Contare / calcolare è notare, mettere in fila. Fondamentale quando ci viene detto che siamo “esagerate” nel vedere certe situazioni.
Interessantissimo contributo come sempre grazie ❤️