E alla fine i brand, dopo post carichi di pathos e struggimento, si sono tolti questo 25 novembre dai piani editoriali.
Finalmente possono tornare a fare i meme.
Mi sembra che la maggior parte di loro non abbia davvero colto il senso di questa data, fermandosi a un messaggio: denuncia la violenza fisica.
“Se ti picchia, non è amore.”
“Se pensi che per uscire dalla violenza devi chiuderti dentro a un armadio, ti sbagli”.
“Se abbassi la testa, deve essere solo per acquistare il mio prodotto sullo scaffale del super”.
Non sto esagerando: Tania Loschi ha raccolto nelle sue storie in evidenza alcuni dei contenuti pubblicati da pagine aziendali/istituzionali ed emerge che le vittime di violenza vengono percepite come delle cretine che aspettano qualcuno che dica loro di non farsi abusare.
Dev’essere molto bello vivere in un mondo dove a un fenomeno così complesso viene trovata una soluzione così semplice, ignorando il fatto che tutto attorno hai un contesto che ti disincentiva di fatto dal denunciare - a meno che tu non sia serena nel rischiare il lavoro se il colpevole è un tuo superiore, la tua rete sociale se è un famigliare, la credibilità se l’uomo ha uno status socio-economico migliore del tuo.
Un mondo dove le persone che devono raccogliere la denuncia sanno anche accogliere, dando massima fiducia e assicurando tempi che la burocrazia non permette.
Un mondo dove la domanda non è cosa indossa, quanto beve o chi frequenta lei, ma perché lui non sappia delineare il consenso, quanto stiamo romanticizzando il possesso e come insinuiamo nelle donne il dovere di compiacere e annullarsi.
La realtà è che non c’è una soluzione: per debellare un fenomeno sistemico, servono diverse soluzioni e, possibilmente, dovrebbero concentrarsi più sulla prevenzione della violenza.
Non voglio un Paese che mi rassicuri che se dovesse succedermi qualcosa, qualcuno pagherà. Voglio un Paese che mi assicuri che sta facendo tutto il possibile affinché quel qualcosa non mi capiti.
Per questo dobbiamo affrontare tutti quei discorsi per cui i finti alleati storcono il naso:
Responsabilizzazione maschile – come stanno facendo il Dipartimento per le Pari Opportunità spagnolo e il Comune di Londra;
Indipendenza economica femminile – come c’insegna questa puntata di Rame o il workshop “Piacere, denaro” di Azzurra Rinaldi e Antonella Questa;
Decostruzione della cultura machista – grazie a tutte le femministe che vanno avanti, nonostante il dileggio, le minacce e le violenze verbali.
Senza un approccio strutturale, tutto questo dolore che esterniamo sui social continuerà a essere inutile.
Quando frequentavo Scienze della Comunicazione ho sentito tutte le battute del caso sul fatto che non sarebbe una vera laurea, mai degna del pregio delle altre.
Non m’interessa entrare nel merito della critica, ci terrei solo che la comunicazione diventasse un corso trasversale a tutte le facoltà.
Ricordi lə tuə insegnante di storia per la sua effettiva conoscenza della materia o per il modo in cui la trasmetteva?
Certo è fondamentale per unə medicə o unə veterinariə saper operare e curare, ma prima o poi arriva il momento di dare una brutta notizia; avere i giusti modi e tempi può fare la differenza su uno stato emotivo già provato. Questa settimana purtroppo l’ho capito sulla mia pelle.
Avrai capito che questa per me è stata una settimana triste, perciò ringrazio chi mi ha fatto pensare ad altro:
“L'italiano è una delle poche lingue europee a distinguere con due cromonimi diversi tra azzurro e blu, due tonalità della stessa scala cromatica”. A farmi scoprire questa curiosità è stata Chiara Foppa Pedretti col suo Piccolissimo Dizionario Ragionato dei Colori.
A proposito di colori: come ha visto la partita Svizzera-Camerun una persona daltonica? Male.
Uscirà un musical satirico e femminista su Berlusconi e a firmarlo è Francesca Moody, produttrice di Fleabag.
Intanto a Novate WHAT THE FUCK dove il fuck prende un significato più letterale del previsto.
A domenica prossima,
si spera con un altro umore.
Flavia
WTF: quando pensi che si sia raggiunto il fondo, qualcunə ha già iniziato a scavare. 🙄
PS. Sui corsi obbligatori di comunicazione sfondi una porta aperta, sono vent'anni che lo sostengo in tutti i luoghi e in tutti i laghi, specialmente nel settore medico-sanitario, dove la cosa è di gran vantaggio anche per 3 professionist3, ne ho le prove 🙂