(L’oggetto di questa mail è un omaggio a “Cara, sei maschilista”, il progetto divulgativo di Karen Ricci, scrittrice, attivista e amica preziosa.)
E ora andiamo al sodo.
Confesso:
quando è uscita questa campagna di Calvin Klein che vede come testimonial l’attore Jeremy Allen White, non ho potuto fare a meno di condividere un certo entusiasmo - eufemismo - e apprezzamento - super eufemismo - con le amiche e il mio compagno.
Compagno che mi ha posto una domanda nient’affatto retorica: se ci fosse stata una donna a riprodurre le stesse pose e movenze di White, non avrei parlato di oggettificazione e sessualizzazione?
Ho prontamente rigirato la domanda su Instagram.
Con i miei commenti e le battutine, ho contribuito alla stessa narrazione che di solito vede le donne come oggetto?
Ecco alcune delle risposte al dilemma:
“Sessualizzare chi non ha potere è diverso che sessualizzare chi ne ha e lo usa contro di te.”
“Non credo che a lui una donna si sognerebbe di dire “Eeeh, ti piace la f🦋ga?””
“Fun fact: anche se sessualizzato nessuna di noi pensa sia un facilotto, o un poco di buono, o uno stupido.”
“Posso sessualizzare senza oggettificare e continuare a pensare che dietro gli addominali ci sia un essere pensante e dotato di emozioni.”
“Io a volte ho paura che tutto quello che rientri nella sfera desiderio sessuale venga scambiato per maschilismo/cultura dello stupro. Sarebbe da capire come lavorare sul desiderio in maniera sana, non cancellarlo.”
I commenti non sono stati tutti unanimi, ovviamente.
Ecco alcuni del lato B della faccenda:
“Sì, è usato come un corpo femminile. A me comincia a dare fastidio sempre, a prescindere dal genere.”
“Io non l’ho ancora visto, di proposito. Questo sguardo sessualizzante non m’interessa.”
“Ho visto post sbavanti e sì, è la stessa cultura sessista. Mi hanno infastidito.”
“Per contro, è uno spot in mutande: mi pare l’unico ambito in cui una cosa così può starci.”
In effetti, è una pubblicità di intimo, è comprensibile che il testimonial si spogli, giusto?
Forse potremo parlare di “sessismo al contrario” quando un autolavaggio penserà di farsi promozione con un uomo intento a spalmarsi sul cofano di una macchina.
Anche se Jeremy spalmato sul cornicione di un palazzo con le braghe calate a metà mi sembra comunque nonsense.
C’è però un punto molto interessante, che mi ha fatto notare Marilucy Saltarin. Il corpo dell’attore è perfettamente scolpito e aderente a dei canoni irrealistici. Non è forse la stessa tecnica con cui abbiamo fatto sentire inadeguate intere generazioni di donne?
“Mentre abbiamo modelli di body neutrality al femminile, quelli maschili sono quasi del tutto assenti”
Marilucy Saltarin
Proprio in questi giorni nei negozi di Chantelle e di Adidas di Milano campeggiano manichini che escono dai parametri estetici standard. Sono entrambi corpi femminili.
Ti è capitato di vedere manichini che riproducevano anche corpi maschili diversificati?
A complicare tutto ci si è messa pure l’Advertising Standards Authority britannica, che ha bloccato una campagna di Calvin Klein, perché “la composizione dell’immagine sposta il focus di chi guarda sul corpo anziché sul capo di abbigliamento pubblicizzato” e viene così presentato un “oggetto sessuale stereotipato”.
Si tratta di quella che vede come protagonista la musicista FKA Twigs.
La diretta interessata ha ribattuto su Instagram:
“Non vedo l’“oggetto sessuale stereotipato” con cui mi hanno etichettata. Vedo una bellissima donna di colore, forte, il cui incredibile corpo ha superato più dolore di quanto voi possiate immaginare.
Alla luce di altre campagne passate e attuali di questo tipo, non posso fare a meno di sentire che qui ci sono dei doppi standard.
Immagino che, se intervistassi tutte le donne che sono comparse in pubblicità sessiste, anche loro parlerebbero di scelta deliberata, pertanto non si sentirebbero strumentalizzate. Questo però non toglie che le pubblicità in cui comparivano erano sessiste.
D’altro canto, delle modelle più anonime di un’artista affermata hanno meno potere decisionale sulla posa o le porzioni di pelle da mostrare, e forse è qui che sta la differenza: FKA twigs poteva benissimo dire di no, e questo la rende la regista della sua stessa narrazione, che quindi diventa autodeterminazione.
In definitiva, non ho ancora una risposta definitiva a tutti i miei dubbi.
Le segnalazioni di questa settimana:
Rocco Siffredi nella pubblicità di Segugio.it, dopo essere stato testimonial di Amica Chips, Unieuro, Paddy Power... Non riesco a immaginare un brand che si agganci con la stessa facilità a una donna con la sua stessa carriera. Doppio standard?
Una gentile ex-lettrice di questa newsletter incentrata sulla comunicazione inclusiva mi ha fatto notare che Substack applica il maschile sovraesteso nel messaggio di disiscrizione. L’ironia della sorte - ma anche la pessima scelta di fare da beta tester per la traduzione automatica in italiano della piattaforma.
Se non riusciamo a pensare a soluzioni a favore della genitorialità condivisa è anche per via delle immagini a cui veniamo esposti/e.
Alice De Ferrari fa notare come persino nelle istruzioni di sicurezza che troviamo sull’aereo la cura del pargolo viene demandata in automatico alla donna.
Smeg ha lanciato un tappetino che consente alle persone con difficoltà visive di usare il piano cottura a induzione in sicurezza. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Invat - Istituto Nazionale di Valutazione Ausili e Tecnologie, ente collegato all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Il 23 gennaio sarò in Santeria a Milano per un aperitivo e quattro chiacchiere con le imprenditrici e le professioniste di Terziario Donna Milano.
Magari ci vediamo lì.
Flavia
In merito al fatto che la moda propone un solo tipo di estetica maschile che non rispecchia le realtà (ad esempio assenza di modelli in carne e ossa e di manichini di sesso maschile "curvy"), bisogna anche ricordare che, malgrado ciò, gli uomini sembrano maggiormente immuni a questo tipo di pressione psicologica. Anzi, in generale gli uomini percepiscono meno grave un eventuale eccesso di peso, segno che - seppur oggi meno di ieri - questo tipo di pubblicità li induce a un confronto meno di quanto accadrebbe se oggetto e soggetto fossero di genere femminile.
Perché un ragazzo di sente meno inadeguato nel guardare un modello dal fisico scultoreo di quanto potrebbe esserlo una ragazza? Perché inevitabilmente l'accettazione nella società per loro passa attraverso coordinate differenti. Il fatto che quell'uomo pubblicizzi un brand in mutande non lo rende automaticamente "debole" secondo le aspettative della società. Lo sarebbe se, anziché un paio di mutande, pubblicizzasse uno spazzolone per i pavimenti, probabilmente, dato che il lavoro di cura domestica è ancora per lo più prerogativa femminile.
Manichini con veri corpi di donne, li ho visti per la prima volta nella vetrina di un negozio di sport nel centro di Londra, agosto 2023. Era ora!!