Manca poco a quella che è stata battezzata come la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne
anche se manca una precisazione: Violenza Maschile contro le Donne.
Mi spiace per chi si sente in dovere di aggiungere #NOTALLMEN,
ma se non iniziamo a prendere in causa la parte agente, continueremo a deresponsabilizzare chi commette il reato e a gettare l’ombra della colpa su di lei,
troppo ingenua se non denuncia,
troppo esagerata se denuncia,
troppo esasperante (cit.) se protesta.
Quanto cambierebbe la nostra prospettiva, invece, se passassimo dal “lei se l’è cercata” al “lui l’ha cercata”,
dal “proteggi tua figlia” al “sensibilizza tuo figlio”,
dal contare quante hanno denunciato uno stupro allo studio degli stupratori?
Manca poco al 25 novembre
e non mancheranno i post del cazzo - letteralmente:
“IO DICO NO ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE” – con annessa immagine di donna spaventata ma sexy, perché deve attizzare il cazzo;
“SE FAI PIANGERE UNA DONNA, NON SEI UN VERO UOMO”- ovvero chi pensa di risolvere tutto insinuando che il soggetto abbia il cazzo piccolo;
“LE DONNE SONO LE NOSTRE MADRI, LE NOSTRE MOGLI, LE NOSTRE AMANTI, LE NOSTRE FIGLIE” – capolavoro del patriarcato: le donne non come individui sé stanti, ma come contenitori o prodotti del cazzo.
Scusa la volgarità, è che è difficile per me constatare come per le persone sia una fatica non fare totalmente schifo, tanto che vogliono una medaglia, un riconoscimento, la specifica del #NOTALLMENano altrimenti non ci stanno a schierarsi contro i femminicidi.
Come se poi la violenza fosse tale solo nella sua forma più estrema e non c’entrassero anche le (più o meno) micro aggressioni psicologiche e verbali del quotidiano.
Nel 2020 con Hella Network, il collettivo di professioniste e professionisti della comunicazione che ho fondato proprio quell’anno, abbiamo evidenziato 10 punti per evitare di generare ulteriore violenza quando parliamo o scriviamo di violenza di genere. Eccone alcuni (li trovi tutti qui).
Posso dire che la narrazione della violenza di genere sia migliorata da allora? No.
L’anno scorso abbiamo puntato su uno stile più pop e un tono ironico per parlare di victim blaming, e in particolare di come la colpevolizzazione della vittima ci venga insegnata sin dall’infanzia. Per questo ci siamo inventate lo spot di un finto gioco in scatola, “Gira la colpa”, che puoi vedere qui.
Forse nel frattempo si è smesso di esercitare il victim blaming? Chiaramente no.
E sai perché?
Perché non tutti gli uomini compiono un femminicidio,
ma la maggior parte di loro non ferma l’amico che fa cat calling alla ragazza che passa per strada,
non frena il commentatore che sui social dà della troia all’influencer,
non fa notare al collega di aver usato un linguaggio sessista o
non viene agli eventi in cui si parla di violenza maschile contro le donne.
E se non rientri nei casi sopra, facci almeno il favore di non vantartene.
Ok Flavia, calmati.
Meglio se passo alle segnalazioni di questa settimana:
“Lo stupro è stato un soggetto pittorico accattivante, stuzzicante ed erotico per molti artisti e, in quasi tutte le interpretazioni, la violenza sessuale è romanticizzata, resa affascinante e non rappresentata come l'atto sordido che è.”
Eugenia Nicolosi ci spiega qui come anche l’arte classica abbia fatto la sua parte nell’estetizzare l’abuso.
“Il Nushu nasce dalle lacrime delle stelle in cielo, non devi avere paura.”
Grazie a RivistaStudio ho scoperto dell’esistenza di una lingua nata per comunicare solo tra donne.
A Milano, il 19 novembre, all’interno della rassegna BookCity si terrà l’evento “Violenza di genere istruzioni per l’uso: informazione, formazione, autoprotezione”. Il titolo non mi sembra dei più felici, ma ciò non mi fermerà dall’andarci.
A proposito di eventi, il 15 novembre parlo un po’ di Hella Network in una diretta Instagram con Insieme per le Donne.
Se non potrai connetterti, ci sentiamo la prossima settimana.
Passa bene questa,
Flavia
Leggendoti ho subito pensato a quanto è forte l'espressione spagnola che ormai si usa comunemente per parlare di violenza di genere: "violencia machista". Sintetica, potente, precisa: io la trovo molto efficace per inquadrare il problema nel suo enorme ventaglio di sfumature, ma in cui la parte agente è inequivocabile.