La trasformazione dell’audience di Chiara Ferragni in odiens ha fatto sì che i giornali ormai non perdano occasione per lanciare notizie che confermano il suo momento di crisi.
L’ultima, in ordine di tempo, ha riecheggiato così, tra una testata e l’altra:
“Chiara Ferragni in caduta libera: per le ragazze non è più un modello da seguire.”
“Il modello Ferragni crolla sotto il peso del pandoro-gate? Un sondaggio tra adolescenti dice che non è più un esempio a cui ispirarsi”
“Chiara Ferragni non è più un modello per le adolescenti: il pandoro-gate ha fatto crollare la sua credibilità. Il sondaggio”
Come sempre, però, il clickbait ha storpiato la notizia.
In quasi tutti gli articoli si associa questo dato al caso Balocco, ma leggendo la ricerca scopro che il sondaggio appena accennato nei titoli è stato chiuso a novembre 2023, quindi prima del pandoro-gate.
Non c’è quindi correlazione tra le due cose.
Inoltre la parte per me più interessante, ma che probabilmente non sarebbe arrivata alle prime pagine dei giornali se non si fosse usato il cognome Ferragni come cavallo di Troia, è la constatazione che fa Emanuela Rinaldi, professoressa di Sociologia dei processi culturali all'Università di Milano-Bicocca e ideatrice del progetto Obiettivo Effe, iniziativa dedicata all’empowerment femminile che ha realizzato il sondaggio in questione:
“Nelle nostre ricerche precedenti Chiara Ferragni era una delle poche imprenditrici modello citate spontaneamente dalle adolescenti, insieme a Miuccia Prada, a fronte di una lunga lista di nomi maschili, da Elon Musk a Mark Zuckerberg e Giorgio Armani.
Un riconoscimento che è venuto a cadere dopo il 'caso pandoro', impoverendo significativamente l'universo aspirazionale femminile, che è uno dei fattori che influenzano l'attitudine imprenditoriale tra le giovani donne".
Lo so che in questi giorni di silenzio social la domanda che governa l’agenda setting è “Che fine ha fatto Chiara Ferragni?”, ma ciò che dovrebbe davvero preoccuparci è “Che fine hanno fatto le imprenditrici?”.
E dovremmo chiederci perché non riusciamo a uscire dal loro immaginario di “donne con l’elmetto”:
“Per fare l’imprenditrice, una donna deve essere dura e determinata, altrimenti le metterebbero i piedi in testa».
è stato un altro insight emerso dalla ricerca.
Non voglio addossare tutta la colpa alla stampa: se i titoli sono così simili tra loro, probabilmente qualcosa c’entra anche il comunicato che è stato emanato. Mi dispiacerebbe però davvero molto se, per lanciare un programma di empowerment femminile, si fosse deciso consapevolmente di sfruttare la crisi di un’imprenditrice.
Probabilmente però qualcosa c’entriamo anche noi, che clicchiamo per saperne di più delle vicende personali di una donna, ma scrolliamo articolo e spalle quando subodoriamo che in realtà si parla di questioni di genere.
Ovvero: problemi sociali, che ci riguardano tutte e tutti e su cui magari potremmo pure influire.
Le segnalazioni di questa settimana:
Una survey condotta da easyJet ha registrato che il 47% delle ragazze considera ancora quello del pilota come un lavoro da uomo e il 41% non ha mai visto una donna ricoprire quel ruolo.
Così la compagnia aerea ha realizzato un’affissione più che 3D, con la capitana d’aereo Sarah Acklerley pronta a rispondere a tutte le domande e alle curiosità delle potenziali aspiranti capitane.
“Incontra la tua capitana - Loro hanno il miglior posto sull’aereo”
L’Oréal, con la sua marca Kiehl’s, prende posizione contro la moda sempre più diffusa tra le bambine dai 6 agli 11 anni di usare prodotti anti-aging e per la skincare.
“L’unica maschera per il viso che dovrebbero avere”
“L’unica crema anti-age che dovrebbero comprare”
(Il problema sta diventando così diffuso che in Svezia una catena di farmacie, Apotek Hjärtat, ha deciso di munirsi di un codice di autodisciplina per non vendere cosmetici anti-age a chi ha meno di 15 anni.)
Il Direttore Creativo
ha orchestrato “Mentor for Charity”, iniziativa in cui offre il suo tempo e la sua competenza a chi sta per (o vuole) entrare nel mondo della comunicazione. L’unico prezzo da pagare? Una donazione a RinaSHEta, il programma di Fondazione Libellula per l’inserimento o il reinserimento delle donne a rischio/in uscita dal ciclo della violenza.
Le segnalazioni di questa settimana non riguardano solo la comunicazione:
26 scuole siciliane hanno deciso di aderire a un progetto che prevede l’insegnamento dell’italiano, dell’inglese e della matematica nella lingua dei segni.
“Donna al volante, pericolo costante” è forse uno dei proverbi che ha fatto più danni all’emancipazione femminile. Secondo gli ultimi dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - sì, quello di Salvini - il 99,48% delle donne supera l’esame di teoria per la patente, contro il 60,59% degli uomini.
Il divario però si attenua nella prova pratica, dove a passare sono l’83,12% delle candidate e l’88,34% dei candidati.
Non posso non fare una considerazione: se la prova scritta è oggettiva, quella pratica è sottoposta al giudizio di un esaminatore o un’esaminatrice. Una persona che potrebbe soffrire di stereotipi e pregiudizi, se non adeguatamente formata, valutando diversamente lo stesso errore in base al genere di chi lo compie. Grazie anche a ciò che ha assimilato da quel famoso detto popolare.
Durante il corso organizzato dalla libreria Alaska di Milano sui percorsi femminili e femministi nel cinema contemporaneo, ho sentito la più bella definizione del femminismo:
“Il femminismo è l’unico movimento di pensiero che contempla delle alternative in un’epoca storica in cui ci dicono che non esistono alternative.”
Alice Cucchetti
Prima di salutarci, una richiesta:
in Fondazione Libellula stiamo conducendo la seconda edizione della nostra Survey TEEN per comprendere il grado di consapevolezza e l’esperienza della violenza di genere tra adolescenti dai 14 ai 19 anni. Se conosci ragazze o ragazzi in quella fascia d’età, chiedi loro di compilare questo link: https://www.survio.com/survey/d/Z5W/SurveyTEEN2024
E se puoi, diffondi anche nei vari gruppi Whatsapp e sui tuoi social.
I risultati ci aiuteranno a proporre strumenti per diffondere una cultura basata sul rispetto e sull’equità tra le nuove generazioni.
Grazie.
Il prossimo weekend sarò a Foggia a fare da sModeratrice nel panel su “Ruoli e rappresentazioni” all’interno dell’evento sComunica.
Se non dovessimo vederci a Laltrocinema, ci riaggiorniamo all’altra settimana.
Flavia
Riguardo i dati lievemente inferiori di donne che superano la prova pratica di guida, rispetto agli uomini sono d'accordissimo con la tua riflessione e aggiungo che il problema della diffusione di tali stereotipi e pregiudizi sulla capacità di guidare delle femmine, si mette in atto già durante il corso, le prove guida su strada. Nella regione dove abito(Campania)la stragrande maggioranza (se non la totalità , probabilmente) di istruttori di guida sono uomini, molto spesso oltre la cinquantina. Esperienza fatta con mia figlia e le sue compagne di scuola, e anche con donne che hanno preso la patente 5 o 10 anni fa, mi ha fatto rendere conto che l'atteggiamento dell'istruttore è diverso con la ragazza a cui di richiede più attenzione, maggiore cautela e a cui rarissimamente si insegna il parcheggio in parallelo. Mentre ai ragazzi il parcheggio si insegna in tutte le salse, e la loro "sportività" nella guida viene fatta passare perché è nella loro indole. Chiaramente quando ragazze e ragazzi fanno le guide insieme condividendo l'auto, ognuno capta queste distinzioni di insegnamento e ne fa tessssoro.
Relativamente a certi mestieri che sembrano essere prettamente maschili senza un perché, ci sarebbe sempre da approfondirne le motivazioni (scoprendo magari che non sempre hanno a che vedere con discriminazione o problematiche di genere) ma, e questo è ancora più importante, cominciare a intervenire prima ancora di capirle. La campagna di easyJet è geniale da questo punto di vista, e apre anche gli occhi a quelli come me che nemmeno ci avevano fatto caso al fatto che non avessero mai ascoltato l'annuncio di una donna pilota. È la stessa domanda che mi posi quando cominciai a parlare alle poche pizzaiole che conoscevo anni fa chiedendo loro perché fossero così poche: fortunatamente oggi la situazione è in netto miglioramento ma c'è ancora molta strada da fare.