Riguardo i dati lievemente inferiori di donne che superano la prova pratica di guida, rispetto agli uomini sono d'accordissimo con la tua riflessione e aggiungo che il problema della diffusione di tali stereotipi e pregiudizi sulla capacità di guidare delle femmine, si mette in atto già durante il corso, le prove guida su strada. Nella regione dove abito(Campania)la stragrande maggioranza (se non la totalità , probabilmente) di istruttori di guida sono uomini, molto spesso oltre la cinquantina. Esperienza fatta con mia figlia e le sue compagne di scuola, e anche con donne che hanno preso la patente 5 o 10 anni fa, mi ha fatto rendere conto che l'atteggiamento dell'istruttore è diverso con la ragazza a cui di richiede più attenzione, maggiore cautela e a cui rarissimamente si insegna il parcheggio in parallelo. Mentre ai ragazzi il parcheggio si insegna in tutte le salse, e la loro "sportività" nella guida viene fatta passare perché è nella loro indole. Chiaramente quando ragazze e ragazzi fanno le guide insieme condividendo l'auto, ognuno capta queste distinzioni di insegnamento e ne fa tessssoro.
Verissimo, grazie Carla del tuo contributo! Io ho notato anche che l’ “alfabetizzazione” alla guida comincia prima per i ragazzi, con i genitori che spesso sostengono di più il figlio a provare a usare l’auto anche fuori dal contesto scuola guida, anche prima dei 18 anni.
Assolutamente vero, e ai maschi spesso viene dato più facilmente il permesso di avere un motorino, già dai 15-16 anni, col quale impareranno prima a disbrigarsela nel traffico, e senza dare peso a quanto guidino male e in barba alle regole della.strada...insomma anche in questo caso si parte da piccolini...
Relativamente a certi mestieri che sembrano essere prettamente maschili senza un perché, ci sarebbe sempre da approfondirne le motivazioni (scoprendo magari che non sempre hanno a che vedere con discriminazione o problematiche di genere) ma, e questo è ancora più importante, cominciare a intervenire prima ancora di capirle. La campagna di easyJet è geniale da questo punto di vista, e apre anche gli occhi a quelli come me che nemmeno ci avevano fatto caso al fatto che non avessero mai ascoltato l'annuncio di una donna pilota. È la stessa domanda che mi posi quando cominciai a parlare alle poche pizzaiole che conoscevo anni fa chiedendo loro perché fossero così poche: fortunatamente oggi la situazione è in netto miglioramento ma c'è ancora molta strada da fare.
Sembra, ma non lo è, e se è vero che alcune pizzaiole con cui ho parlato hanno effettivamente subito delle discriminazioni per conto di qualche deficiente, la maggior parte fortunatamente questo problema non l'ha vissuto e ha anzi ricevuto molto sostegno. Resta il fatto che la professione è stata per tre secoli appannaggio degli uomini (sicuramente anche per motivazioni antropologiche che ora non sto qua ad approfondire) ma oggi il numero cresce e io spero che nel giro di una generazione la differenza si appiani.
Ah, paradossalmente invece nella panificazione c'è un numero enorme di figure femminili emergenti... Forse perché si parte sempre dalle mura domestiche per fare il pane? (e qui, di nuovo, sembra quasi una discriminazione di genere ma invece è puro assetto societario "tradizionale", che fortunatamente stiamo ribaltando poco a poco)
Riguardo i dati lievemente inferiori di donne che superano la prova pratica di guida, rispetto agli uomini sono d'accordissimo con la tua riflessione e aggiungo che il problema della diffusione di tali stereotipi e pregiudizi sulla capacità di guidare delle femmine, si mette in atto già durante il corso, le prove guida su strada. Nella regione dove abito(Campania)la stragrande maggioranza (se non la totalità , probabilmente) di istruttori di guida sono uomini, molto spesso oltre la cinquantina. Esperienza fatta con mia figlia e le sue compagne di scuola, e anche con donne che hanno preso la patente 5 o 10 anni fa, mi ha fatto rendere conto che l'atteggiamento dell'istruttore è diverso con la ragazza a cui di richiede più attenzione, maggiore cautela e a cui rarissimamente si insegna il parcheggio in parallelo. Mentre ai ragazzi il parcheggio si insegna in tutte le salse, e la loro "sportività" nella guida viene fatta passare perché è nella loro indole. Chiaramente quando ragazze e ragazzi fanno le guide insieme condividendo l'auto, ognuno capta queste distinzioni di insegnamento e ne fa tessssoro.
Verissimo, grazie Carla del tuo contributo! Io ho notato anche che l’ “alfabetizzazione” alla guida comincia prima per i ragazzi, con i genitori che spesso sostengono di più il figlio a provare a usare l’auto anche fuori dal contesto scuola guida, anche prima dei 18 anni.
Assolutamente vero, e ai maschi spesso viene dato più facilmente il permesso di avere un motorino, già dai 15-16 anni, col quale impareranno prima a disbrigarsela nel traffico, e senza dare peso a quanto guidino male e in barba alle regole della.strada...insomma anche in questo caso si parte da piccolini...
Relativamente a certi mestieri che sembrano essere prettamente maschili senza un perché, ci sarebbe sempre da approfondirne le motivazioni (scoprendo magari che non sempre hanno a che vedere con discriminazione o problematiche di genere) ma, e questo è ancora più importante, cominciare a intervenire prima ancora di capirle. La campagna di easyJet è geniale da questo punto di vista, e apre anche gli occhi a quelli come me che nemmeno ci avevano fatto caso al fatto che non avessero mai ascoltato l'annuncio di una donna pilota. È la stessa domanda che mi posi quando cominciai a parlare alle poche pizzaiole che conoscevo anni fa chiedendo loro perché fossero così poche: fortunatamente oggi la situazione è in netto miglioramento ma c'è ancora molta strada da fare.
Uh, non ci avevo pensato! In effetti la pizza è come il sushi, sembra “materia” per uomini.
Sembra, ma non lo è, e se è vero che alcune pizzaiole con cui ho parlato hanno effettivamente subito delle discriminazioni per conto di qualche deficiente, la maggior parte fortunatamente questo problema non l'ha vissuto e ha anzi ricevuto molto sostegno. Resta il fatto che la professione è stata per tre secoli appannaggio degli uomini (sicuramente anche per motivazioni antropologiche che ora non sto qua ad approfondire) ma oggi il numero cresce e io spero che nel giro di una generazione la differenza si appiani.
Ah, paradossalmente invece nella panificazione c'è un numero enorme di figure femminili emergenti... Forse perché si parte sempre dalle mura domestiche per fare il pane? (e qui, di nuovo, sembra quasi una discriminazione di genere ma invece è puro assetto societario "tradizionale", che fortunatamente stiamo ribaltando poco a poco)
Bellissima edizione, complimenti Flavia!
Grazie mille!
Survey girata a mia nipote 15enne e al suo gruppo di amiche 😊
Grazie mille!