Il 25 novembre, il giorno dei grandi proclami contro la violenza sulle donne, è passato, possiamo tornare alla solita routine fatta di micro-sessismo quotidiano.
Si tratta di episodi circoscritti, ma reiterati, che subiscono perlopiù le donne in quanto donne; sono frasi o atteggiamenti spesso spacciabili come forme di gentilezza, vedi i “complimenti”, o di umorismo.
È quello che è successo a Emily Calandrelli, la centesima donna ad andare nello spazio (tramite la Blue Origin, compagnia di Jeff Bezos) dopo che in un video su Instagram la si vede esclamare, stupita: “Oh my god, this is space! - Oh mio dio, questo è lo spazio!”.
La sua reazione ha ricevuto una pioggia di commenti sessualizzanti e inappropriati, soprattutto da parte di uomini, tanto che la Blue Origin ha preferito cancellare il post originale.
“Quando una donna raggiunge qualcosa di monumentale bisogna aspettarsi che alcuni uomini tentino di umiliarla, di sminuirla, di oggettificarla” ha dichiarato la diretta interessata.
Calandrelli è ingegnera, comunicatrice scientifica, conduttrice televisiva nominata agli Emmy e autrice della collana di libri best seller “Ada Lace”, che incoraggia le bambine a immaginare il proprio futuro in una carriera STEM.
Dopo che ai controlli di sicurezza in aeroporto è stata costretta a mostrare i suoi prodotti per l’allattamento al seno, nonostante fossero consentiti dal regolamento, ha contribuito a scrivere un disegno di legge per migliorare il trattamento di chi allatta da parte della Transportation Security Administration e ha avviato una campagna per rafforzare il congedo parentale nel settore aerospaziale.
Sarebbe troppo facile confrontare il suo curriculum con quello presunto dei commentatori sessisti nel video dello spazio, rispondere dando loro degli “idioti!”, ma Calandrelli stessa nel suo TEDx “Making science nicer, stupid - Rendere la scienza più carina, stupido” ci ricorda che:
“chiamare qualcuno stupido non lo ispira a imparare di più”.
È scienza.
“Quando attacchi personalmente qualcuno, hai rimosso la sua abilità a pensare in maniera critica [nell’accezione positiva del termine, ndr] a quella conversazione.
Nei nostri cervelli abbiamo la corteccia prefrontale, che si occupa di processare le informazioni e prendere decisioni. Quella del pensiero razionale.
Abbiamo anche l’amigdala, che si occupa dell’emozione umana pura.
Nelle situazioni di basso stress, per esempio quando non vieni chiamato stupido o comparato a Hitler, queste due parti del cervello lavorano insieme abbastanza bene, come una squadra.
Ma nelle situazioni ad alto stress, quando una persona si sente minacciata o attaccata, l’amigdala ha il potere di spegnere la corteccia prefrontale.”
Insomma, un approccio gentile e non spocchioso sembra essere più funzionale quando si tratta di convincere una persona meno informata di noi su una determinata questione.
“Devi chiederti: il tuo obiettivo è avere ragione o far cambiare idea alle persone?
Perché se tutto quello che vuoi è avere ragione, allora vai avanti, usa il sarcasmo, prendi in giro quella persona, chiamala “stupida”. Potresti avere ragione sulla teoria, ma lo sarai da sola, perché quella è una conversazione a senso unico.
Se vuoi essere una persona persuasiva, se vuoi fare la differenza, allora devi essere gentile.”
Per chi vuole recuperare il discorso nella sua interezza ecco il video.
Ed è a questo punto che mi vedo costretta a fare una scomoda domanda: dire a un uomo che è sessista lo ispirerà ad avvicinarsi alle questioni di genere, un argomento impegnativo, disturbante e che apparentemente non può recargli alcun vantaggio diretto?
Le segnalazioni di questa settimana:
In Cina le pubblicità che prendono in giro gli uomini non funzionano.
Monitorando le campagne del 25 novembre, mi sembra che ce l’abbiamo fatta nel superare la facile, e limitata, equazione “violenza contro le donne = violenza fisica”. Mai come quest’anno ho sentito parlare di violenza psicologica ed economica, e finalmente si sono estinti i “panda” - il nomignolo con cui chiamo le campagna in cui la donna ha l’occhio nero.
Grazie a Camilla Preziati ho scoperto l’ottimo lavoro che sta facendo la Provincia Autonoma di Bolzano nel raccontare anche le forme più nascoste della violenza, in un sito che raccoglie spiegazioni, contatti utili per chi ha bisogno di supporto e un aggregatore di eventi e iniziative correllate.
JUMP sta conducendo un’indagine europea per misurare le esperienze di discriminazione di genere nel proprio percorso scolastico e lavorativo. Puoi contribuire ai risultati rispondendo entro l’8 dicembre a questo sondaggio.
Grazie a Isabella Lenarduzzi per la segnalazione.
“Viaggiare insieme con rispetto” è la campagna delle Ferrovie Federali Svizzere declinata in affissioni e una pagina web per capire come muoversi in caso di molestie sul treno o in stazione.
Grazie a Zairacconta per tutti gli esempi che riporta sul suo Instagram.
Mauricio Estrella è rimasto profondamente ferito quando ha scoperto del tradimento della moglie. Da quel momento nella sua vita sono cambiate molte cose in negativo, fino a che a cambiare è stata pure la password del suo PC. “Forgive her - Perdonala”, un mantra che, volente o nolente, ha dovuto ripetere ogni mattina. E che ha funzionato.
(Fonte: la newsletter
di Michele Merelli)“È solo un giocattolo?” ci chiede Hape Toys (video scoperto grazie alla newsletter Spuma di Elisa Santambrogio e Silvia Ghisi).
TikTok bloccherà alle e agli utenti minorenni l’accesso ai filtri che ingrandiscono gli occhi, le labbra e che levigano la pelle, come misura per arginare i problemi legati al benessere mentale, in particolare la crescita dell’ansia e il calo dell’autostima.
L’Australia ha proibito l’accesso a qualsiasi social network, salvo Whatsapp, a chi ha meno di 16 anni.
In quanti modi creiamo linguisticamente delle categorie di persone di serie B, senza rendercene conto? Me lo sono chiesta di fronte al messaggio con cui un hotel di Verona mi ha accolto(a) in stanza. Ero così felice della doppia forma maschile e femminile da non aver notato subito che la seconda era messa tra parentesi.
Oppure, prendi le virgolette che incorniciano quel “genitori”.
Sia chiaro: non voglio imputare la colpa alle persone protagoniste del cartello. Sono certa che quel timore di definirsi a tutti gli effetti genitori senza virgolette è dovuto a una certa narrazione sociale per cui essere madre o padre è una questione di puro DNA, e non di presenza, sostegno e amore.
(Fonte del cartello: il post LinkedIn di Cristina Lucera)
La cittadinanza di Zurigo ha votato per mantenere l’asterisco nei documenti ufficiali e nelle offerte di lavoro dell’amministrazione comunale, bocciando l’iniziativa della consigliera Brunner “Tschüss Genderstern!” (Addio asterisco inclusivo).
È da giugno 2022 che il municipio ha deciso di riscrivere i suoi testi tenendo conto delle persone che non si riconoscono nel binarismo di genere.
La newsletter è giunta alla fine, ringrazio le persone che con le loro segnalazioni ne facilitano la scrittura e mi fanno scoprire cose nuove.
E no, questa gentilezza non è per farvi cambiare idea, anzi, per favore continuate così.
Ci rileggiamo tra un paio di settimane.
Flavia
A proposito delle virgolette per i genitori nel cartello per l'adozione, credo che possano essere dovute anche alla fatica dovuta al processo burocratico che c'è dietro, all'etichetta che ti devi conquistare.
Lunghissimo, stressante, pieno di esami, per cui risultare idonei è un passo decisivo per concludere la maratona che porta all'adozione.
Non parlo per esperienza diretta, ma per il racconto di amici che sono in ballo da anni e che anche loro finalmente potranno accogliere una nuova componente nella loro famiglia.
Guarda che la tua domanda scomoda è veramente “il” problema. È molto complicato, tu hai ragione, serve gentilezza ma anche fermezza, ma anche a seconda delle situazioni un filo di bonaria ironia, poi serve avere le antenne per capire se questo maschio con cui stai parlando è una causa persa o meno… è molto difficile. Però è importante non gettare la spugna e cercare di creare magari una forma di complicità maschile diversa in cui ti dai di gomito per dire “raga ma avete visto quant’è sessista questo post/questa pubblicità” invece che “raga ma quant’è gnocca la modella nella foto”.