La libertà sotto l'occhio del Grande Fratello
Il confine sottile tra scelta personale e pressione sociale.
“Under his eye - sotto il suo occhio” è il saluto che ci si scambia nella Repubblica di Gilead, l’immaginaria teocrazia totalitaria che toglie ogni libertà alle donne, descritta da Margaret Atwood ne “I racconti dell’ancella”.
Che coincidenza che l’occhio sia anche il simbolo del Grande Fratello, nella cui ultima puntata la concorrente Eleonora Cecere si è vista chiedere dal marito di tornare a casa perché c’era bisogno di lei.
Premesso che non sapremo mai se c’è un motivo grave dietro, che per privacy o pudore l’uomo preferisce non rivelare, ci sono dei passaggi che suonano come “red flag”, letteralmente “bandiera rossa”, segnali d’allarme.
Vado in ordine cronologico, mettendo in grassetto ciò che è stato accentuato con un’enfasi particolare, perché anche quelle marcature hanno un peso sul significato che riceviamo:
“Ho perso tante notti a pensare veramente, a riflettere… Tra le tante altre notti che ho perso per stare accanto alle bambine” partiamo subito con un bel senso di colpa. Quanti anni hanno queste bambine? 10 e 12. Sono abbastanza certa che Cecere ne ha passate un po’ di più, di notti in bianco, quando erano neonate.
Lui: “La responsabilità di una famiglia mi porta a dirti che… Abbiamo bisogno di te”.
Lei, subito, annuendo: “Va bene”.
Lui: “Abbiamo bisogno di te e tu non sai quanto. Non riesci in questo momento a capire quanto è importante”.
Lei. Aveva. Già. Detto. Va. Bene.
Ma lui ci tiene a dire che non capisce.
“Questa famiglia che noi abbiamo voluto, che tu hai voluto”. Ancora, senso di colpa e sbilanciamento della corresponsabilità genitoriale: noi abbiamo voluto, ma soprattutto tu.
“Abbiamo investito sulle bambine”. Qui opto per il lapsus, mi rifiuto di pensare che degli esseri umani sono stati consapevolmente equiparati a un fondo pensione.
“Io ho bisogno di te, perché tu sei una parte di me e se manchi tu è un problema”. Eccoci qui, il ricatto emotivo.
L’amore totalizzante, che prevede l’annullamento dei propri spazi personali per fondersi in “una cosa sola”. E se ci si oppone? Tragedia.
Questa settimana in Fondazione Libellula abbiamo pubblicato i risultati della Survey Teen 2024, che raccoglie esperienze e percezioni di ragazze e ragazzi tra i 14 e i 19 anni. Ciò che emerge è che abbiamo tramandato loro la romanticizzazione di alcune forme di violenza, come il controllo e il possesso (dall’impedire di accettare nuove amicizie online o indossare alcuni vestiti al guardare di nascosto il cellulare altrui e richiedere la condivisione delle password social).
In seguito ai tanti commenti che hanno denunciato quella sensazione di “qualcosa qui non torna”, Cecere ha spiegato su Instagram che il ritiro dal Grande Fratello è una sua scelta personale e che non significa che le donne debbano rinunciare ai propri sogni per la famiglia.
Infatti io non mi aspetto niente dalla (ex) concorrente.
Io mi aspetto che ci sia in studio una persona formata per quando succedono episodi del genere (e di genere) che avvisi il pubblico:
“Magari non era intenzione dell’uomo, ma alcune frasi che ha usato hanno fatto leva sul senso di colpa materno. Come se le donne ne avessero bisogno, peraltro. Questo meccanismo coincide con ciò che per secoli le ha ingabbiate in casa, facendo credere che nello spazio privato risiedesse la loro natura e soprattutto convincendole che si trattasse di una loro libera scelta, da non mettere mai in discussione.”
Ora, io lo so cosa starai pensando: ma cosa pretendi dal Grande Fratello - ma che ti aspetti da Signorini - ma il pubblico mica vuole questo.
Eppure anch’io faccio parte di quel pubblico da reality che viene omologato e derubricato a massa di asini. Sono una persona complessa, leggo Atwood e guardo Temptation Island, e ciò che apprendo da “I racconti dell’ancella” forma il modo in cui interpreto la relazione tra Federica e Alfonso, e credo che il conduttore Filippo Bisciglia possa avere più influenza sugli italiani di oggi di quanta, ahimè, ne potrà mai avere la mia scrittrice canadese preferita.
Cultura cosiddetta alta e bassa, questa sì, che è una fusione accettabile nella nostra identità, perché noi siamo “una cosa sola”.
CURIOSITÀ: anche l’anno scorso una concorrente si è ritirata dal Grande Fratello su richiesta esplicita di un uomo della famiglia. Heidi Baci, che nel corso del programma si stava avvicinando a un altro partecipante, si è sentita dire dal padre:
“una scelta mooolto, molto sbagliata ci ha sbalorditi, io e la mamma siamo devastati da questa scelta sbagliata (…) tra te e un uomo più vecchio di me che tra poco andiamo in pensione, che è stata come un pugnale al cuore.
Io veramente da quel momento non ti riconosco più (…)
La mamma non ti guarda più (…)
Io sono qua perché non permetto a nessuno di trattare male mia figlia e lo sai, e non permetto a nessuno di calpestare la tua dignità. Sono due le cose importanti: la tua dignità e la mamma, la salute della mamma. Io le ho promesso che stasera ti porto a casa, perché… Non sottovalutare il suo stato.
La concorrente, mentre sentiva questo mix di senso di colpa e infantilizzazione, era per giunta bloccata dal “freeze”, una regola del gioco che prevede che la persona si faccia statua, immobile e muta. Nonostante ciò, la ragazza continuava a sillabare “sì, sì” e a sfregarsi nervosamente le dita delle mani. Ha poi concluso con “Scusa, ho sbagliato”. Heidi Baci ha 27 anni.
Anche lei come Cecere, a seguito delle numerose polemiche, ha pubblicamente difeso il padre nel corso di un’intervista per Verissimo, assicurando che nella sua vita le ha sempre lasciato piena libertà.
Mi sono chiesta quindi quante “libere scelte” di interrompere il percorso siano state fatte nel corso delle 18 edizioni del Grande Fratello.
DONNE RITIRATE: 8, di cui 2 per questioni famigliari (Cecere e Baci, appunto), 3 per disagio/mancanza della vita esterna, 1 per questioni lavorative, 1 per motivi di salute, 1 per scoperta di essere incinta.
UOMINI RITIRATI: 13, di cui 2 per diverbi con la produzione, 2 per questioni lavorative, 1 per motivi di salute (anni dopo si scoprirà che si era fatto male mentre era in stato di ubriachezza), 8 per motivi personali. Di quest’ultimi, abbiamo 2 ritiri per lutto, 2 per desiderio di tornare alla vita “fuori”, 2 per nostalgia della fidanzata, 1 per avevo scoperto che da una relazione precedente poteva essere nato un figlio, 1 senza precisazioni.
Nessun concorrente uomo si è ritirato in seguito alla sollecitazione da parte di una donna della famiglia, ma anzi, quando un paio di loro hanno manifestato l’intenzione di tornare a casa, sono stati spinti dalle compagne a restare.
È successo lo scorso anno a Ciro Petrone, la cui fidanzata è intervenuta per ricordargli che lì stava facendo esperienze nuove, che lei tanto stava a casa a guardarlo e non usciva, che aveva il sostegno della madre e di “tutta Napoli”:
“Voglio che tu superi questa cosa perché l’unico limite sei tu (…)
I sacrifici… Non i sacrifici, ma quanto hai desiderato essere qui? E quindi non devi perdere di vista il nostro obiettivo (…)
Non m’interessa, devi essere più forte.”
L’obiettivo menzionato era l’acquisto della casa e lei ha più volte sottolineato che per raggiungerlo lui doveva rimanere nel programma.
Qualche anno prima anche Danilo Novelli, che manifestava la stessa intenzione di interrompere il gioco, è stato spronato dalla fidanza a restare nel programma e “a dimostrarsi un uomo forte”.
Come sempre, gli stereotipi di genere fanno male a tutte e tutti.
ALTRA CURIOSITÀ: ho registrato anche i dati delle squalifiche dal gioco.
DONNE SQUALIFICATE: 2, una per aver omesso nelle selezioni che aveva vinto Miss Italia nel Mondo, l’altra per aver lanciato un bicchiere contro un concorrente.
UOMINI SQUALIFICATI: 11, di cui 8 per bestemmia, 1 per essersi denudato completamente di fronte ad altre concorrenti, 1 per scritta sessista e 1 per aggressione.
LESSICO FAMIGLIARE
Da “eh?” a “ah!”
Nella scorsa newsletter scrivevo della barriera linguistica che abbiamo quando si tratta di parlare di fenomeni di sessismo sistemico, che hanno spesso nomi in inglese.
Tra i vari commenti ricevuti, c’è stato un messaggio che proprio non potevo ignorare. Quello di mia mamma:
Quindi introduco la rubrica “Lessico famigliare”.
LOVE BOMBING = letteralmente, “bombardamento d’amore”. Si tratta di un comportamento manipolatorio per avere il controllo dell’altra persona. Si esprime attraverso un eccesso di messaggi, chiamate, regali, gesti plateali nella fase iniziale della relazione, reale o presunta, per sembrare agli occhi altrui come l’anima gemella.
Il termine era stato coniato per indicare il meccanismo usato da alcuni capi di sette religiose ed è grazie alla psicologa Margaret Singer se oggi lo usiamo per indicare le relazioni tossiche.
→ Mia proposta per la sua versione italiana: BOMBARDAMORAMENTO, crasi di “bombardare”, “amore” e “atteggiamento”, perché vorrei fosse chiaro che questo non è amore, ma un comportamento che si spaccia per tale.
Le segnalazioni di questa settimana:
Spesso ho sottolineato il modo scorretto con cui si parla di violenza di genere nel giornalismo. Devo accorgermi però anche di chi fa il suo lavoro per bene. Nell’intervista a Gino Cecchettin, Ilaria Maria Dondi non ha fatto alcuna domanda sul processo a Turetta. Qui spiega a un suo collega il perché della scelta, riassumibile in: responsabilità, continenza e pertinenza.
“Ho moderato un convegno, come spesso accade, usando l'inglese (…). Recentemente mi è capitata una persona che pre-briefing continuava a dire "che occhi di fuoco", "che sguardo", "non mi deluda vedo che porta i tacchi ma comodi, non a spillo, non ha i tacchi a spillo i miei preferiti". Non riuscivo neanche a parlare, era una battuta idiota dietro l'altra. E davanti ad altre persone, con cui io intrattengo rapporti di lavoro, che intervisto. Mostro rigidità sui tempi di risposta e mi dice: "ma il frustino dove lo ha lasciato". E ancora a fine evento, davanti ad altri e altre: "bravissima, competente peccato per quei tacchi sportivi e non a spillo altrimenti perfetta per me.”.
La giornalista Mariangela Pira ha raccontato su LinkedIn le molestie subite mentre stava facendo il suo lavoro.
“Questo non è un video di gatti", la serie di BNP Paribas per sensibilizzare sulla violenza economica (qui e qui altri soggetti).
L’esito delle elezioni statunitensi influenzerà molte cose, tra cui la meno grave è la presentazione di “Maschiocrazia” che si svolgerà il 15 novembre al Teatro Franco Parenti insieme alla giornalista e autrice Emanuela Grigliè, il giornalista e autore Guido Romeo e la Senatrice Cristina Tajani. Per fortuna, io devo solo fare le domande.
Fammi sapere se riesci a esserci.
A presto,
Flavia
Il disagio del GF e' infinito. Mi dispiace leggere che temi cosi' importanti, che potrebbero aprire discorsi e spunti di riflessione come fai tu in questo articolo, siano appiattiti in favore dello spettacolo. Anche io leggo The Handmaids' Tale e guardo Married At First Sight, quindi c'e' speranza per tutti! haha
Molto interessante questa lettura, siamo chiamate a mettere red flag ovunque per far capire a chi sta crescendo che bisogna difendersi anche da comportamenti che sembrano atti d’amore.
Amo il messaggio di mamma ❤️