Questa è l’ultima newsletter del 2024 e, dato che esce in un periodo festivo (non per tutte le persone, è sempre bene ricordarlo) mi autorizzo a deragliare dalla sua versione standard.
Niente articolo principale stavolta, solo appunti presi dall’inizio dell’anno fino a qualche giorno fa.
Segnalazioni festive:
Un esempio inaspettato di genitorialità condivisa ci arriva niente di meno che dal Medioevo, 15esimo secolo circa, sotto forma di una miniatura a tempera e olio in cui Maria è intenta nella lettura mentre Giuseppe bada al figlio.
5 episodi da non più di 15 minuti: è “Il Natale di Zerocalcare”, un’edizione speciale del podcast di Internazionale “Il Mondo” condotta dal fumettista più versatile d’Italia - tanto da poter fare a meno dell’arte visiva, in questo caso. Anche se il 25 dicembre è passato, vale la pena ascoltarlo, perché le Feste sono solo un espediente narrativo per parlare di molto altro. Tipo, i diritti umani.
“Non lo so se esiste fuori dal carcere ‘sta parola [spiccatore, colui che tira giù le persone che s’impiccano, ndr].
Me so’ pure chiesto quand’è che nasce il bisogno de conia’ un termine nuovo. Mi sa che succede quando non descrive più un fenomeno isolato, ma una cosa che invece è diventata ricorrente.”
Grazie a Simone Galeotti scopro che la campagna “Se te lo dice è violenza” della Regione Emilia-Romagna non si è limitata alla Giornata Internazionale del 25 novembre, ma ha proseguito fino al periodo in cui alle famiglie si chiede una performance di felicità, ovvero il Natale.
“La donna nei film di Natale ha due ruoli: moglie bacchettona o giovane amante sexy e ingenua. Che siano i fratelli Vanzina, Neri Parenti o illustri sconosciuti che firmano le sceneggiature delle rom com poi prodotte da Hallmark, i film di Natale riescono a rinchiudere i personaggi femminili dentro micro gabbiette talmente stereotipate da essere surreali.” tratto dall’articolo di Eugenia Nicolosi “Scritte da maschi, per i maschi: le donne nei Cinepanettoni (e nelle rom com di Natale)”.
Per fortuna, stiamo parlando del passato: infatti in Cina il blockbuster di fine anno tratta di empowerment femminile, come riporta questa puntata del podcast “Altri Orienti”.
“Her story” - questa è la traduzione in inglese del film - ha per protagonista una mamma single lavoratrice in cerca di autonomia e una ragazza indipendente che dovrà dipanare alcune relazioni amicali e relazionali.
Nella sceneggiatura sono stati inseriti sapientemente il tema delle mestruazioni, del consenso e del femminismo. Mica poco.
Segnalazioni sparse:
In questi giorni di ferie ho recuperato alcune opere di Guy Ritchie, che per un mio limite era solo “l’ex marito di Madonna che gira film dove impera il machismo”. Che occasioni che rischiamo di perdere per via di certi pregiudizi, eh?
Capirai quindi il mio stupore quando ho notato che tra “The snatch”, film del 2000, a “The Gentlemen”, serie Netflix del 2024, c’è stata un’evoluzione linguistica.
Nel film con Brad Pitt viene ripetutamente usata la parola “zingari” per indicare le persone appartenenti alla comunità rom e sinti; 24 anni dopo, il regista riesce a problematizzare quest’uso del linguaggio.
E lo fa usando l’ironia.
Uomo col fucile: “Zingari ladri.”
Donna (l’unica nella scena): “Vaffanc**o! Sei un razzista! Siamo una caz** di minoranza, vatti a fare un corso accelerato di diversity, non siamo zingari, siamo travellers.”
Uomo col fucile: “Stessa caz** di cosa.”
Come noti, non si può urlare alla “dittatura del politically correct”: la sceneggiatura è piena di espressioni volgari, i personaggi sono capaci di ogni bassezza, ma il protagonista dopo quella scena userà sempre il termine “travellers”, influenzando le persone attorno a lui, che è il leader, a fare lo stesso.
Ho così imparato che con “travellers” (coloro che viaggiano) si indica più precisamente un popolo nomade di origine irlandese, che a sua volta usa l’espressione “rooters” (coloro che hanno radici) per riferirsi alle persone al di fuori della loro comunità.1
Probabilmente sai già che il colore del 2025 scelto da Pantone è il Mocha Mousse. Ma come lo vede una persona daltonica? Più o meno, come sotto.
Nella descrizione sul suo sito, Pantone scrive di fornire “un linguaggio cromatico universale”. Universale?
A partire dal prossimo anno Lego metterà in vendita 3 nuovi set in cui molti dei personaggi sfoggiano sulle maglie dei girasoli e dei cordini verdi, simbolo scelto da Hidden Disabilities Sunflower per segnalare le disabilità invisibili.2
IKEA ha introdotto le Quiet Hours, 3 ore del mercoledì in cui vengono ridotte le sollecitazioni sonore (come musica e annunci vocali) per assicurare un’esperienza serena nel punto vendita a chi ha una neurodivergenza. Inoltre sarà disponibile una Sala Relax in caso di sovraccarico sensoriale.3
Just Dance 2025 includerà tra i brani a disposizione “BANG BANG (My Neurodivergent Anthem)” dei Galantis, in cui il leader del gruppo racconta la diagnosi del suo disturbo da deficit di attenzione/iperattività. Oltre alla canzone, saranno messe a disposizione una coreografia e una mappa per fare chiarezza su questo tipo di neurodivergenza.
Ti è mai capitato di vedere questi carrelli al supermercato?
Grazie alla segnalazione di Elisa Rainolter, ho scoperto che sono ideati per chi si sposta su sedia a rotelle.
Il sito di ATM ha una sezione, Informazioni senza barriere, che segnala prontamente eventuali problemi con gli ascensori e i montascale nelle stazioni della metropolitana di Milano, per persone con disabilità o difficoltà motorie.
Tra alcuni mesi Whatsapp renderà disponibili anche in italiano le trascrizioni dei messaggi vocali, rendendoli accessibili alle persone sorde o con difficoltà uditive.4
Karen Ricci, che probabilmente conosci come “Cara, sei maschilista!”, trova sempre il modo di farmi ragionare. Nello specifico, stavolta l’ha fatto condividendo il lavoro di Mayara Ferrão, artista brasiliana che utilizza l’intelligenza artificiale per rappresentare ciò che la società ha cercato di nascondere: le coppie formate da donne dei popoli originari sudamericani e da donne nere schiavizzate, che non sono mai state immortalate.
“La mia ricerca con l’AI ha un'importanza politica. Quando elaboro fotografie e documenti che raffigurano donne nere e dei popoli originari mentre esprimono i loro sentimenti in un contesto storico coloniale, metto in tensione una narrativa di oppressione, di silenzi, di violenza, vuoti e invisibilizzazione che è esplicita negli archivi fotografici del Brasile”.
Mayara Ferrão
Al momento in cui sto ultimando questa newsletter, la giornalista Cecilia Sala si trova ancora ingiustamente detenuta nel carcere di Evin, simbolo del regime iraniano.
Mi auguro che mentre stai leggendo queste righe la situazione sia cambiata, e che Sala sia libera.
Ci aggiorniamo nel 2025,
Flavia
Come chiudere in bellezza il 2024! Un abbraccio 😎❤️
Grazie, Flavia
Un mondo di segnalazioni e una donna sempre sul pezzo!
Buon anno. E che sia un anno buono!
Laura