26 ottobre 2023: Rossano Sasso, membro della Camera dei Deputati per il gruppo Lega - Salvini Premier, interviene nella discussione sull’emendamento per introdurre l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole primarie all’interno del disegno di legge per il contrasto alla violenza di genere:
“Il centro-destra e in particolare la Lega, fino alla fine di questa legislatura, farà muro a quella che io definisco una nefandezza nelle nostre scuole per i bambini fino ai 6 anni.”1
“L’Organizzazione Mondiale della Sanità stabilisce, per esempio, che sarebbe opportuno invitare, in classe, alla scoperta del proprio corpo e dei propri genitali. A bambini di 6 anni.”
“Liberi di farlo, nelle sedi di partito.”
Sedi di partito che, si sa, pullulano di seienni.
Evidentemente l’Onorevole Sasso deve essersi perso un paio di ricerche uscite proprio in questa settimana, firmate rispettivamente da un’azienda e da un ente del terzo settore.
La prima è di Durex, che ha calcolato che più di 1 giovane su 2 non utilizza sempre il preservativo, principalmente perché lo percepisce come un’interruzione, quando in realtà potrebbe proprio diventare un momento di condivisione tra partner.
La seconda è la survey sulla violenza di genere in adolescenza che abbiamo condotto in Fondazione Libellula, da cui emerge che 1 adolescente su due ha subito contatti fisici indesiderati da parte di coetanei/e (consiglio di sfogliare l’intero carosello qui sotto, se non si vuole leggere l’eBook completo, per scoprire anche come il controllo altrui nelle relazioni non venga percepito come forma di violenza, o che, mentre le ragazze sono principalmente le vittime di violenza, i ragazzi sono quelli che tendono a non parlarne con nessuno quando la subiscono).
Sia la ricerca di Durex che quella di Fondazione Libellula concludono con la necessità di portare l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, anche perché non parlare di consenso (quindi, specularmente, di molestia) e rapporti significa lasciare tutto nelle mani del porno.
Lo aveva rivelato uno studio del 2019 del Ministero della Salute, da cui emergeva che l’80% delle e degli adolescenti cercano informazioni sul sesso online, ma anche che il 94% di loro ritiene che la scuola dovrebbe occuparsene.
Il fenomeno non è solo nazionale, tanto che il governo della Nuova Zelanda tre anni fa aveva ingaggiato due pornostar nella campagna “Keep it real online”, particolarmente magistrale per la serenità con cui affronta tematiche facili da demonizzare.
Come dice Alessia Dulbecco nel suo libro “Si è sempre fatto così”, delegare l’educazione sessuale e affettiva al porno è come affidare le lezioni di guida alla visione di “Fast and Furious”.
Fingere che le bimbe e i bimbi non abbiano un corpo, non lo usino o non ne parlino tra loro non è la soluzione.
Pensare che di certi temi sia meglio parlarne alle medie, come se nel frattempo non ci fossero già stati i primi approcci, non è la soluzione.
Lasciare che ci pensino le famiglie, sapendo che la maggior parte delle persone adulte che le compongono non ha ricevuto un’educazione sessuale scolastica, non è la soluzione.
Forse la soluzione sarebbe fare un corso alla nostra classe politica.
Le altre nefandezze di questa settimana:
“Big Mouth” è una delle serie più sboccate in tema di sessualità e adolescenza. Non si risparmia nulla: la parola “masturbazione” è probabilmente quella che compare più spesso, insieme a una vastità di fantasie erotiche che comprendono cuscini e altri oggetti. Allo stesso tempo, è estremamente inclusiva per la rappresentazione delle persone e istruttiva sulla differenza tra identità di genere, orientamento sessuale e affettivo. Ne consiglio la visione soprattutto a chi pensa che il linguaggio inclusivo sia per forza sinonimo di “castigato” o “bacchettone”. Io sto ancora qui ad aspettare che gli irriverentissimi Pio e Amedeo abbiano il coraggio di parlare di peli in questo modo:
Corpi che allattano, corpi con cicatrici e smagliature, nella campagna di denuncia “Invisible mothers” di Peanut, piattaforma nata con lo scopo di fare network tra donne che stanno pianificando una gravidanza, sono incinte, che hanno figliato o che sono in menopausa.
Il 93% delle rispondenti a una sua ricerca ha affermato che, da dopo il parto, la loro identità si è ridotta principalmente a una cosa sola: essere madre.
Una situazione che passa inosservata o che viene sottovalutata da una società che esercita su di loro la pressione di dare priorità alla famiglia o al/la partner anziché al proprio benessere psico-fisico.
Se fossi leghista, probabilmente commenterei così: “LIDL PORTA IL GENDER NELLE PUBBLICITÀ DI GIOCATTOLI!”
Le altre segnalazioni della settimana:
Lo hanno chiamato “concerto inclusivo”, ma confesso che preferisco la definizione che “All-In Rock” si è dato su TicketOne (dove le persone con disabilità avevano la precedenza sull’acquisto del biglietto per la scelta del proprio posto): concerto integrato.
L’evento, organizzato da Casa del Sole Onlus, si è tenuto il 20 ottobre e comprendeva la presenza di LIS performer, zaini vibranti per permettere alle persone sorde di percepire fisicamente il suono, rete wifi a circuito chiuso per dare a chi ha un impianto cocleare o una protesi acustica un’alta definizione del suono, audioguide per persone con disabilità visive e stanze chillout per il pubblico con autismo o neurodivergenze.
Se, come me, non hai mai pensato che niente di tutto questo potesse servire per un concerto: check your privilege.
Il Comune di Milano ha emanato le Linee Guida per un linguaggio amministrativo rispettoso del genere. Questo documento è stato votato da giunta e opposizione. Come dicevamo qualche numero fa: facciamoci caso quando succedono queste cose.
Nella newsletter quotidiana del Post vengono spesso condivisi estratti dalla chat redazionale dove ci si interroga e confronta riguardo al linguaggio da utilizzare. Un esempio di questi giorni:
Ti auguro di avere anche nel tuo team di lavoro una Elena Zacchetti.
Alla prossima domenica,
Flavia
Preciso che l’Onorevole Ciro Maschio di Fratelli d’Italia si è pubblicamente dissociato da quanto detto da Rossano Sasso, quindi forse l’uscita di quest’ultimo non era propriamente rappresentativa del gruppo.
Tutto molto interessante.
In relazione all'iniziativa del comune di Milano, mi permetto di segnale l'iniziativa del Comune di Bologna, che ha pubblicato la guida "parole che fanno la differenza" https://www.comune.bologna.it/notizie/scrivere-comunicare-rispettando-differenze-genere
Finalmente qualcunǝ che parla della bellezza di Big Mouth!