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Ero iscritta alla tua mail ma ogni volta avevo difficoltà, avendo vissuto abbastanza sulla mia pelle, a leggerla e mi sono disiscritta. In dei momenti però ho il bisogno di leggerla e faccio delle micro incursioni finché lo stomaco regge. Ora sto scrivendo di getto, col cuore in gola e le lacrime perché tremo ogni volta che esco di casa e le parole mi muoiono in gola, insieme alle grida, insieme ai perché. Non so se è una buona idea affidare qui queste parole, in uno spazio pubblico e tutto, dove chiunque può vedere, leggere e commentare. Posso confermare che sono cose che fanno paura perché poi ti trovi addosso - quando non sono ricatti sul lavoro e il resto - l'etichetta perenne di quella stuprata o "semplicemente" della vittima (relegandoti però solo a questo. Sei del tutto annullata tu, sei solo e unicamente, univocamente una vittima). Non so neanche cosa voglio o cosa pretendo quindi scrivendo. Forse è solo per senso di liberazione, per unirmi al coro di "basta" o per non sentirmi lasciata sola e indietro, sia nella violenza - che non è solo sessuale, c***o! quella arriva quando tutte le altre cose sono state ignorate, svuotate, baipassate con nonchalance e il "ma su, che sarà mai" o peggio con "vabbè, finché non ti mette le mani addosso ci puoi stare, no?" - sia in un riscatto che non c'è mai veramente. Perché il male non lo cancelli e continui a svegliarti ogni odioso giorno con quella consapevolezza e con la consapevolezza che si svegliano pure loro, e che la loro vita, beata, continua spesso placida e felice mentre la tua è interrotta a quel momento e riparte (se riparte) con estrema fatica e degli strascichi allucinanti. Ci tengo a ribadire che far ben intendere quanto sia difficile andare avanti non è un atteggiamento vittimistico, piuttosto una constatazione, che tante volte ha anche l'orribile sapore della resa - la giustizia non sai più dov'è o dove trovarla e molte volte ti arrendi al fatto che non ci sarà. Spero sarà sempre meno così e che non vengano più insabbiate cose o scialacquate con il -washing del caso montato ad hoc perché si è alzato il polverone. Vorrei davvero che questo marciume finisse una volta per tutte, che la gente così venisse rinchiusa e punita e non avesse mai più modo di interfacciarsi con altre persone. Ditemi che non è un utopia e che possiamo realmente cavarne qualcosa di buono da questo osceno vaso di Pandora, che è solo uno e simbolico di quanti ce ne siano in giro in realtà. La pubblicità sudcoreana contro la violenza domestica mi ha fatto piangere, per la gratitudine e per il racconto delicato e d'impatto di una piaga così orrenda.

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Mi spiace molto che la newsletter ti abbia triggerata, sentiti sempre libera di iscriverti e disiscriverti quando vuoi e ti lasciare commenti per poi cancellarli. Puoi anche scrivermi in privato, se preferisci, chiedendomi di riportare il tuo commento in forma anonima. Sentiti in uno spazio sicuro. Sto assistendo a molta sorellanza in questi giorni e credo che se c’è una possibilità di cambiare le cose, ce la stiamo giocando proprio ora.

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Io alterno momenti di speranza nel cambiamento, momenti di rabbia e momenti di frustrazione estrema pensando che nulla cambierà mai. Alle volta ho fiducia nelle nuove generazioni, altre volte penso che siano peggio della nostra. A volte penso che per quanto ne parliamo noi che siamo sensibili all'argomento, ci siano miliardi di persone per le quali il fatto che le donne siano considerate in funzione del maschio sia nello stato "naturale" delle cose. Proprio non vedono. E i maschi con cui parlo si sentono accusati e dimostrano assenza di empatia per il genere femminile. Per loro siamo veramente "l'altro sesso", se non stiamo alle loro regole, automaticamente siamo esagerate.

Specifico che sto generalizzando, perché il più delle volte mi viene obiettato "non siamo tutti così".

Anch'io come tante vorrei fare di più, e provo a farlo scrivendo, parlando condividendo su web. Sperando che non rimanga tutto in una bolla e che leggendo e condividendo altre donne continuino a parlare.

Solo quando raggiungeremo in massa i vertici del potere (giornali, politica, aziende) forse cambierà qualcosa.

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L’importante è continuare, pur nell’alternanza dei momenti (che condivido, eccome se condivido).

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giu 18, 2023Messo Mi piace da Flavia Brevi

Ogni volta che leggo queste notizie ho l'impressione di vivere in una mezza bolla fortunata.

Io lavoro nell'IT e nell'editoria e i problemi di sessismo così violenti li ho solo riscontrati nell'editoria, ambito in cui la presenza femminile è molto elevata.

Sembra veramente folle.

Mi piacerebbe avere una soluzione pratica e applicabile, mi piacerebbe molto.

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Vogliamo provare a ragionare insieme su una soluzione? Secondo me possiamo trovarla.

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la soluzione si chiama parità di potere tra uomini e donne. ogni sopruso parte da una disparità di potere, oltre che da una cultura millenaria

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D’accordissimo con te (e d’altronde l’Ente di cui faccio parte si occupa di cultura per la prevenzione della violenza), ma servirebbe anche qualcosa di più immediato, anche per difendere chi sta testimoniando.

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sì certo, diciamo che il silenzio del settore è davvero assordante

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Meglio che non dico la mia altrimenti vengo 'accusato' di essere violento e esagerato. ;-)

In realtà penso che l'unica vera soluzione sia l'educazione, la cultura e la consapevolezza.

Il problema però è complesso, molto, e arriva dalle famiglie in primis e dalle religioni.

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